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I paesi delle Rigattiate

 

Il termine Rigattiata, la cui matrice è da collegare al latino parlato recaptare e quindi “inseguire per prendere, riprendersi”, trova una corrispondenza nei temini “gara”, “gareggiare”, il cui impiego, largamente diffuso nel mediterraneo occidentale già dal XVI° secolo sotto la forma di regatare, è attestato in Sicilia già dal Trecento nella forma a regattu.

Nel rituale festivo della Festa di San Vincenzo Ferreri si tratta di tradizionali corse effettuate alternativamente dai rappresentanti delle due confraternite del paese (una con protettore San Michele e l’altra San Giovanni). Nel trasportare il simulacro di ciascun santo, ognuno dei due gruppi lo sottopone a ripetuti e continui sobbalzi, a vistosi ondeggiamenti e in ultimo, in coincidenza di determinati punti di un percorso prestabilito, a vorticose rotazioni. Tutto questo avviene tra due ali di folla, al ritmo di due vivaci melodie strumentali eseguite alternativamente (la sammichilata e la sangiuvannata), in un continuo e fragoroso scoppio di fuochi artificiali lanciati da diversi punti del centro abitato e in periferia.

Il rito delle Rigattiate a Calamonaci è di certo legato alla presenza e alle funzioni esercitate dalle confraternite religiose, la cui esistenza è documentata fin dalla prima metà  del  secolo  XVII°. Nell’arco  di  tempo  che  va  dal 1642 al 1660, analogamente a quanto andava manifestandosi non solo in Sicilia ma anche in buona parte del territorio italiano, esse si affermarono anche a Calamonaci, dove, oltre a svolgere varie funzioni di culto, ricoprirono un importante ruolo di assistenza e di socializzazione. Due di esse, precisamente quella del Carmine, con protettore San Michele Arcangelo, e quella del SS. Sacramento, con protettore San Giovanni Battista, ben presto prevalsero sulle altre. Come sedi ebbero la prima la chiesa del Carmelo, che sorgeva nel luogo in cui oggi si trova il calvario, e la seconda l’omonima chiesetta situata dove oggi c’è il municipio e che fungeva da battistero della vicina Chiesa Madre. Osservando il tessuto urbano del paese si può facilmente notare come il luogo dove sorgeva il Carmine si trovasse all’interno dell’area relativa ai primi insediamenti, sorti nei pressi del castello baronale, la cui costruzione, voluta da Antonio De Termini, risale al 1574. Quella dedicata al SS. Sacramento, invece, situata nella zona nuova ripopolata da Vespasiano de Spuches, fu innalzata in un luogo diametralmente opposto al precedente. In ossequio a tale ripartizione l’intero paese, anche se profondamete unito nel culto tributato a San Vincenzo, si mostrava al contempo diviso in due contrade: una devota a San Michele (la parte più antica), i cui residenti ricevettero quindi la denominazione di sammichilara; l’altra legata al culto di San Giovanni (la parte più nuova) e abitata pertanto dai sangiuannara. Questo stato di cose creò le condizioni perché annualmente, la competizione tra gli appartenenti ai due gruppi (appartenenza oggi tramandata per via paterna) si confermasse anche in una dimensione rituale-festiva ben determinata. Le Rigattiate, quindi, nascono in funzione della rivalità fra le due confraternite, che sicuramente all’inizio era configurata nell’esprimere al miglior modo la propria devozione verso il Santo Patrono: era, per intenderci, una gara devozionale che ha trovato il suo sbocco nella corsa dei Santi delle due confraternite. Non sappiamo con certezza assoluta come si sia evoluta questa competizione e come abbia portato all’attuale rito delle Rigattiate nel loro odierno svolgimento: gli unici dati certi nel tempo sono le corse dei Santi e la presenza degli artifici pirotecnici nella loro evoluzione temporale.

Un altro dato certo, che dà adito a riflessioni etno-antropologiche, è la presenza della tradizione delle Rigattiate, oltre che a Calamonaci, nel calendario festivo di altri tre paesi vicini: Burgio, Villafranca Sicula e Lucca Sicula. Le ricerche finora condotte non permettono ancora di avere un quadro sufficientemente chiaro riguardo alle vicende storiche che in passato hanno contribuito a creare fra questi paesi rapporti e legami sul piano sociale e quindi anche della religiosità popolare. La comune appartenenza a un’area geografica abbastanza circoscritta (è documentato che in passato ci siano stati flussi migratori tra un paese e l’altro) sarebbe peraltro un dato di per sé sufficiente a giustificare l’instaurarsi di legami e condizioni di scambio a diversi livelli. Un dato significativo di questi scambi è sicuramente la contemporanea presenza delle due distinte e caratteristiche iconografie devozionali che caratterizzano le 4 rigattiate in esame: il giovane (San Michele a Calamonaci, Villafranca e Lucca; San Vito a Burgio) e il vecchio (San Giovanni a Calamonaci, Villafranca e Lucca; San Luca a Burgio). Un altro dato da prendere in esame è l'agitazione dei rami di alloro durante le rigattiate e l'addobbo delle vare con gli stessi: l'uso dell'alloro è un dato caratteristico di tante feste isolane, ma in questo caso l'attinenza con la pianta del mirto riferita alla Madonna di Villafranca è un altro dato evidente di questo interscambio.

A Burgio, centro di origine tardo-medievale, il pomeriggio di Pasqua, lungo la “Strata di li Santi”, in due fasi distinte di quattro ore ciascuna, vengono eseguite le Rigattiate con i simulacri di San Vito Martire e di San Luca Evangelista. A Villafranca Sicula, come analogamente a Burgio, il pomeriggio di Pasqua si svolgono le Rigattiate. Questa volta però, invece dei santuvitara e dei santulucara si fronteggiano sammichilara e sangiuannara, che impiegano, in questa occasione, vare con simulacri piccoli. Alcuni mesi più tardi, in occasione della festa della Madonna del Mirto, che si svolge la prima domenica di agosto, i due schieramenti di devoti, montando sulle vare simulacri di dimensione normale, daranno vita ancora una volta alle tradizionali Rigattiate. Anche a Lucca Sicula sono presenti i gruppi dei sammichilara e dei sangiuannara, ma le rigattiate, contrariamente a quanto avviene a Villafranca Sicula, vengono eseguite solamente dopo lu 'Ncontru nella serata della Domenica di Pasqua. In tutti questi paesi, per esaltare e accompagnare le evoluzioni dei simulacri per le vie del paese, si ricorre all’uso di fuochi artificiali e di mortaretti, Le vare sono ornate soprattutto con fiori e fronde di sempreverdi. I complessi bandistici, protagonisti insostituibili del rito (a volte ne sono presenti anche due, uno per ogni gruppo) si sfiatano letteralmente nell’esecuzione di marce e ballabili. In tutti questi paesi per ogni gruppo raccolto attorno a un determinato Santo troviamo una ben precisa melodia che funge da emblema: avremo pertanto diversi brani tarantellati denominati rispettivamente sammichilata, sangiuannata, santivutara e santulucara. Anche nella vicina Caltabellotta esistevano le Rigattiate fino ai primi anni ’50 del secolo scorso: in questo caso i simulacri di riferimento erano quelli di San Sebastiano Martire e San Michele Arcangelo. Un’altra Rigattiata dedicata a San Michele la troviamo a Sant’Anna di Caltabellotta, dove questo rito viene celebrato due volte l’anno: per la festa di San Giuseppe e per la Festa del SS. Crocifisso di Montevergine, la seconda domenica di agosto. L’Arcangelo Michele è comunque protagonista di molti riti paragonabili alle Rigattiate in tutti i paesi della parte occidentale dell’agrigentino. E’ una figura cardine del cosiddetto “ncontru” di Pasqua: un rito che rappresenta l’incontro fra la Madonna e il Cristo risorto, con il simulacro di San Michele, portato a spalla dai fedeli, che funge da messaggero fra i due simulacri facendo avanti e indietro fra le due statue a ritmo di corsa e accompagnato dal suono della banda che intona le tarantelle. Durante la mattina del giorno di Pasqua a Caltabellotta e Burgio avviene un rito particolare legato a San Michele: all’alba la statua dell’arcangelo viene portato a spalla per le vie del paese simulando la ricerca della Madonna per l’annuncio della resurrezione del Cristo, con modalità analoghe a  quelle delle rigattiate.

 

 

Burgio: Rigattiata di San Vito Martire

Sant'Anna di Caltabellotta: Rigattiata di San Michele Arcangelo.

Ribera: San Michele Arcangelo durante "lu 'ncontru" di Pasqua

Lucca Sicula: Rigattiata di San Michele Arcangelo

Villafranca Sicula: Rigattiata di San Michele Arcangelo

Caltabellotta: la cerca di San Michele Arcangelo la mattina di Pasqua

Burgio - L'uscita di San Michele la mattina della Domenica di Pasqua

Caltabellotta - La cerca di San Michele la mattina della Domenica di Pasqua

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