Calamonaci: antropologia della festa e culto dei santi nell'agrigentino
Il libro “Calamonaci: Antropologia della festa e culto dei santi nell'agrigentino”, edito dalla Bruno Leopardi editore nel 1999 e alla cui realizzazione la nostra associazione ha contribuito collaborando con i curatori Rosario Perricone e Giuseppe Giacobello, è uno studio molto esaustivo su aspetti antropologici che si dipanano dalla nostra festa patronale e che possono essere analizzati in un contesto territoriale molto più ampio, dove le attinenze e le similitudini sono molto evidenti in un contesto di ricerca etnografica non superficiale ma, bensì, approfondita e di alto profilo culturale.
Nel corso degli anni la cultura di tradizione popolare del territorio agrigentino in cui rientra Calamonaci è stata oggetto di varie ricerche di

orientamento storiografico, sociologico, linguistico ed etnoantropologico. Studiosi locali, ricercatori universitari e operatori di importanti istituzioni culturali siciliane (si pensi al Folkstudio di Palermo, al Centro di Studi Filologici e Linguistici siciliani oppure all'Archivio Etnomusicale Siciliano del C.I.M.S.) hanno così permesso di estendere la conoscenza del sistema di vita rurale che un lento processo di trasformazione sta in buona parte estinguendo o sostituendo.
I contributi che sono stati accolti in questo volume si inseriscono in questa felice combinazione di percorsi scientifici che del resto nel tempo ha prodotto diverse iniziative editoriali (opere a stampa, incisioni discografiche e audiovisivi).
Alla stesura hanno contribuito con i loro saggi: Giovanni Moroni, Ignazio E. Buttitta, Vincenzo Vacante, Sergio Bonanzinga, Fatima Giallombardo, Gabriella D'Agostino, Giuseppe Giacobello, Andrea Ferrante e Giuliano Rizzo.
Fulcro del lavoro dei vari studiosi è stato in questo caso la tradizione devozionale del Santo Patrono locale San Vincenzo Ferreri, indagata nei suoi aspetti più caratterizzanti e da prospettive differenziate ma complementari (storia sociale, antropologia culturale, iconologia, etnomusicologia e dialettologia). Ciò che tuttavia ha caratterizzato l'opera nel suo insieme è stato l'ampio utilizzo di testimonianze e di documenti inediti (scritti, orali e iconografici), frutto di indagini d'archivio, di una prolungata esperienza di rilevamento sul terreno e di intense frequentazioni con la gente del luogo, ancora oggi detentrice di un cospicuo patrimonio di memorie comunitarie.
Insomma, un lavoro di alto profilo intellettuale e, nel contempo, storiografico. Interessante, soprattutto, oggigiorno per capire differenze e mutazioni antropologiche che in Sicilia tendono sempre a cambiare e a trasformarsi pur nel rispetto della tradizione devozionale.