La Pirotecnica e i suoi segreti

La pirotecnica è l'arte e lo studio della fabbricazione dei fuochi d'artificio a fini di divertimento e spettacolo. La storia della pirotecnica affonda le sue origini in epoca remota, addirittura nell'VIII secolo in Cina.
Essa consiste nel produrre e lanciare oggetti incendiari, detti fuochi d'artificio, prodotti da tecnici esperti mediante l'uso di polvere da sparo per l'esplosione e altri reagenti per ottenere colori e effetti visivi. Questi fuochi d'artificio non vengono usati nell'ambito militare o cantieristico, ma solo ed unicamente per fare spettacolo. Questa tecnica non va confusa con lo sport del razzimodellismo. Quest'ultimo non ha a che fare direttamente con composizioni pirotecniche, perciò è meno pericoloso, pur essendo altrettanto spettacolare.
I fuochi d'artificio sono sostanze chimiche in grado di dar luogo a reazioni di esplosione; essi vengono lanciati da terra in aria e sono accompagnati da fenomeni luminosi e sonori e, in genere, da produzione di fumo. Normalmente i fuochi artificiali producono quattro "effetti primari":
luce, rumore, fumo, materiale solido in combustione che cade lentamente (es.: striscioline, coriandoli, etc.).
L'arte della pirotecnica è sicuramente molto ammirata, ma la sua storia è altrettanto poco conosciuta. Tutte le altre arti si basano su teorie, osservano delle regole ed hanno una storia ben definita. I fuochi d'artificio avanzano nel tempo in silenzio, quasi senza storia, conosciuti solo dagli estimatori e dagli sparatori, i cui segreti, teorie, regole e mestiere sono conservati con riserbo all'interno delle singole fabbriche. Di certo è che la pirotecnica è nata in Cina ad opera dei monaci intorno all'anno 1000, a seguito della casuale scoperta della polvere da sparo intorno all'800 (nota anche come polvere nera o polvere pirica). Tale sostanza iniziò quasi subito ad essere usata per scopi militari, nonostante gli usi che se ne conoscevano all'epoca erano molto rudimentali. I primi ordigni bellici pirotecnici venivano lanciati a mano o con catapulte. Alcune cronache storiche cinesi riportano che la polvere da sparo fosse usata in Cina dalla dinastia Sung (960-1279). Altre cronache fanno poi menzione dell'uso di razzi contro gli invasori mongoli nel 1279. In realtà i cinesi costruivano già razzi da guerra ed esplosivi fin dal VI secolo, e le tecniche che essi utilizzavano si diffusero in seguito Arabia nel VII secolo. Ma solo intorno al XIII secolo esse raggiunsero una certa efficacia offensiva. Esiste un accordo quasi unanime sul fatto che siano stati i poi mongoli a introdurre la polvere da sparo in Europa durante la loro invasione dell'Ungheria sotto la guida di Ogodei, intorno al 1241. La diffusione della sostanza avvenne col nome di "neve cinese" o "sale cinese" e la sua conoscenza fu tramandata così velocemente che già nel 1245 il filosofo e alchimista inglese Ruggero Bacone sancisce la formula della polvere nera, riportandola nella sua epistola "De secretis operibus artis et naturae, et de nullitate magiae"; la composizione suggerita è sostanzialmente quella ancora in uso tutt'oggi (75% nitrato di potassio comunemente noto come salnitro, 13% di carbone di legna polverizzato, 12% di zolfo). La prima testimonianza autorevole dell'uso di questa sostanza in Occidente risale al 1258. I primi sporadici esempi di un uso puramente spettacolare della polvere pirica risalgono al basso medioevo (XIII-XV secolo), usata per accompagnare le Sacre Rappresentazioni; la polvere nera era adoperata durante queste esecuzioni teatrali per raffigurare con scoppi, fiamme e bagliori i luoghi infernali delle narrazioni. Nel 1379 a Vicenza in occasione dell'Ascensione venne messo in scena il volo della colomba: un fuoco sulla corda che dalla torre del Palazzo vescovile volava verso l'effigie di Maria e degli apostoli, celebrando la riconciliazione tra Scaligeri e Visconti. Diffusasi lentamente in Europa, la polvere da sparo rimase poco utilizzata per fini ludici in quanto serviva principalmente a scopo militare. Le armi da sparo e le relative polveri erano fabbricate dagli esperti militari degli eserciti europeri, che producevano poi anche i fuochi artificiali per le celebrazioni delle vittorie, dei trattati di pace o per le manifestazioni di festa non in tempo di guerra.
Le prime fabbriche di fuochi pirotecnici a scopo di spettacolo sorsero in Germania tra il 1340 e il 1348 ad Augsburg, Spandau e a Liegnits. Dall'inizio del XVII secolo si affermarono due principali scuole di pirotecnica in Europa:
la "scuola italiana" dei Ruggeri a Bologna, famosa per la spettacolarità dei fuochi nei quali venivano usati degli scenari trasparenti o variamente colorati illuminati poi dalla luce degli spari;
la "scuola di Norimberga" dei Clamer, nota per la omonima tecnica di sparo aerea che veniva usata.
Tra il XVII e XVIII secolo le feste popolari e gli avvenimenti importanti in Europa cominciarono ad essere abbelliti dagli spettacoli pirotecnici; si trattava ancora di una diffusione modesta che non comprendeva l’utilizzo dei fuochi colorati. Nel 1785 C.L. Berthollet introdusse l'uso del cloruro di potassio nella miscela dei fuochi, cosa che permise di ottenere fuochi colorati. Ebbe così inizio la pirotecnia moderna destinata, con l’utilizzo nelle miscele di polveri di altri metalli, a fornire una molteplicità di effetti luminosi e brillantezza di colori. Nel 1870 Alfred Nobel scoprì la dinamite, che soppiantò la polvere da sparo negli usi bellici; essa poté allora essere usata anche per lo spettacolo, anche se non immediatamente. I fuochi pirotecnici sono generalmente impiegati per intrattenimento, eventi e feste, soprattutto per l'effetto visivo/sonoro che spesso viene amplificato dall'ambiente, come accade nello spazio antistante ad uno specchio d'acqua o nei pressi di monumenti, rovine, anfiteatri, piazze, vallate o particolari conformazioni naturali. Il materiale pirotecnico è generalmente classificato come esplosivo e la sua produzione, trasporto e uso sono regolati dalla legge italiana e soggetto a severe normative di sicurezza. La composizione degli esplosivi dei fuochi artificiali varia a seconda dell'utilizzo:
esplosivi di lancio, costituiti essenzialmente da polvere nera per cariche di lancio e razzi, per inneschi, micce e spolette;
esplosivi "fulminanti", destinati alla confezione di tutti i fuochi che producono scoppi violenti accompagnati o no da lampi di luce;
esplosivi di "spaccata", usati per i fuochi che, raggiunta una carica di lancio, debbono spaccarsi proiettando violentemente una rosa di colori.
La colorazione dei fuochi artificiali è ottenuta aggiungendo alla miscela combustibile un ossidante e un sale che, sublimando, colorano la fiamma del fuoco. Il rosso è ottenuto grazie ai composti dello stronzio, mentre il verde è prodotto dai composti del bario, il viola dalla combinazione dei cloruri di stronzio e di rame, il blu dal cloruro di rame.
I fuochi d'artificio sono detti "da terra", "aerei" o "d'acqua" a seconda di dove vengono usati. Ai grandi fuochi pirotecnici aerei si affiancano i fuochi di piazza, aerei o da terra, di bassa potenza e con la postazione di lancio posizionata nel luogo da cui i fuochi vengono osservati, e altre composizioni minori, con piccoli giochi pirotecnici montati su strutture particolari o anche le "batterie d'onore", che sono legate a particolari manifestazioni del folclore, come, ad esempio, il ballo della pupa. Il fuoco d'artificio è costituito da un involucro esterno di cartone spesso; a metà tra l'involucro e il nucleo vi sono tante palline (dette "stelle" in gergo) di polvere nera ed altri composti chimici. Le stelle sono corpi solidi che bruciano con fiamma colorata e/o rilasciando una traccia luminosa. Al centro dell'involucro dell'artificio vi è una carica d'apertura, realizzata con polvere nera o analoga miscela esplodente. La deflagrazione di tale carica è provocata da una spoletta, ossia un elemento a lenta combustione che funge da temporizzatore, la quale si accende all'atto del lancio dell'artifizio. Questa deflagrazione provvede ad accendere le stelle ed a proiettarle in cielo, secondo geometrie dipendenti dal modo in cui le stelle sono state assemblate. Ad esempio, quando il fuoco d'artificio è ad involucro sferico e le stelle aderiscono, lato interno, al guscio della sfera, in cielo si realizza un'apertura colorata perfettamente tonda.
L'Italia è uno dei paesi avente una spiccata identità pirotecnica. Esistono diverse scuole e quella cosiddetta napoletana è quella che nell'immaginario collettivo mondiale evoca scenari barocchi e di festa. La scuola napoletana è l'unica specializzata in tutto il mondo nella realizzazione di fuochi d'artificio con delle granate cilindriche a pluriaperture aventi diametri che arrivano fino a 30 cm, ad esempio: bomba a 8, quattro botte e intreccio, stutata, triplo intreccio ecc.
In Italia esistono diverse manifestazioni pirotecniche e campionati mondiali di rilevanza internazionale. Tra le manifestazioni più attese ricordiamo:
al Nord
Omegna, Fiori di Fuoco (che prima si svolgeva a Sanremo); Rapallo, Festa di Nostra Signora di Montallegro; Recco, Sagra del Fuoco per la Festa della Madonna del Suffragio; Venezia, Festa del SS. Redentore;
al Centro
Caput Lucis - Campionato Mondiale di Fuochi d'Artificio d'Autore che si svolge annualmente nella città di Valmontone (organizzata dalla società Adverta srl di Roma); Rotello, Festa di San Donato; Formia, Festa di Sant’Erasmo e Festa di San Giovanni Battista.
al Sud
Adelfia, Festa di San Trifone; Somma Vesuviana, Festa di Santa Maria a Castello; Montefalcione, Festa di Sant’Antonio da Padova e Santa Lucia V.M.; Mugnano di Napoli, Festa del Sacro Cuore di Gesù; Cimitile, Festa di San Felice in Pincis; Cicciano, Festa di Sant’Antonio Abate; Vibonati, Festa di Sant’Antonio Abate; Scorrano, Festa di Santa Domenica; Diso, Festa dei Santi Filippo e Giacomo; Novoli, Festa di Sant’Antonio Abate; Turi, Festa di Sant’Oronzo; Castro, Festa dell’Annunciazione; San Severo, Festa di Maria SS. Del Soccorso; Alberobello, Festa dei Santi Cosma e Damiano;
in Sicilia
Trecastagni, Festa dei Santi Alfio, Filadelfo e Cirino; Aci Bonaccorsi, Festa di Santo Stefano; Viagrande, Festa di san Mauro; Motta Santa Anastasia, Festa di Santa Anastasia; Gualtieri Sicaminò, Festa di San Nicola di Bari; Aci Sant’Antonio, Festa di sant’Antonio Abate; Militello Val di Catania, Festa del SS. Salvatore; Catania, Festa di sant’Agata; Palermo, Festino di Santa Rosalia; Villafranca Sicula, Festa della Madonna del Mirto; Lucca Sicula, Festa di Pasqua; Burgio, Festa di Pasqua; Calamonaci, Festa di San Vincenzo Ferreri.